mercoledì 20 febbraio 2013

L'amore è blu, 10


Titolo: L’amore è blu
Autore: giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU, romance, eros, introspettivo, ironico, grottesco
Story line: Fine anni ‘90
Rating: slash,
WARNING: NC 17

Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia e non si vuole in alcun modi ledere all’immagine dei protagonisti e insinuare qualcosa



Diego lavorò di mattina e, come previsto, appena staccato scappò al pornoshop. Alle tre meno cinque era già là davanti. Michele, sempre occupato con la settimana enigmistica, gli sorrise e poi lo accolse in un lungo abbraccio. “Auguri Diego” gli baciò la fronte e poi le labbra. Diego le schiuse e si baciarono per qualche secondo. “Ah, come hai festeggiato fino ad ora?” Michele si toccò la nuca imbarazzato per quello slancio così tenero e appassionato e, allo stesso tempo, necessario. Necessario per entrambi.
“Ho portato al lavoro una torta di mia mamma e una crostata di mia nonna. I mie colleghi mi hanno regalato una maglietta e un paio di bermuda. Ma non ce li ho qui, li ho lasciati in macchina”
“Voglio vederteli, prima o poi rinunci alla manica lunga no?”
Il volto di Diego si illuminò. “Certo, i lividi si vedono sempre meno ormai” si tirò su le maniche per darne saggio e quel gesto eccitò parecchio Michele. Gli avambracci erano magri ma il bicipite che mostrò appena ben definito, da lavoratore. “Come sei carino Diego” lo prese per le braccia e sbaciuchiandolo lo trascinò nel retrobottega. “Qui urge cartello torno subito” sussurrò tra un bacio e l’altro. Diego si stava ubriacando di baci mentre lo palpeggiava con intenzioni bellicose. “Sono d’accordissimo sai?” rispose con la voce affannata e un’espressione davvero birichina. Ma quando Michele tornò, dopo aver esposto il cartello e chiuso a chiave il mondo fuori, mise tra loro un pacchetto. “Questo è per te” Diego trasecolò. Imbarazzo, sorpresa, emozione: sul suo volto passò tutto il corollario delle emozioni. “Oh, mi hai fatto persino il regalo”
“Non dovevo?”
“No, sì” Diego stava già pensando a quale collega avrebbe attribuito il dono di Michele. Lo scartò frenetico. “Cazzo che belli, occhiali rotondi con le lenti blu”
“Come l’amore no? L’amore è blu, no?”
“Tu sei un amore!” Entusiasta Diego tornò ad abbracciarlo con le braccia intorno al suo collo. Mettendosi in punta di piedi per essere quasi viso a viso, ritornò a baciarlo e gli occhiali appoggiati distrattamente sopra una pila di scatoloni che contenevano gli ultimi arrivi.
“Ti amo Michele, vieni qui” bramoso di dimostrare tutto il suo amore, Diego lo spinse di nuovo verso il retrobottega che, a quel punto, attendeva solo loro. Attendeva solo di accogliere i loro amoreggiamenti. Attendeva solo di essere sconsacrato.
Michele si lasciò spingere sulla poltroncina e per i minuti successivi si sentì come uno dei tanti protagonisti dei film che diffondeva. Quando...
Quando Diego, in ginocchio tra le sue gambe, gli alzò la maglietta per baciargli la pancia appena accennata ma abbastanza tondeggiante da averne di carne da baciare, nonostante la tanta bici. Quando gli slacciò la cinta senza smettere di usare la bocca su di lui.
Quando gli prese il sesso tra le labbra, spedendolo con uno shuttle in paradiso per cinque minuti.
Diego si tirò su e lo abbracciò forte con la testa puntata nel suo stomaco. “Michele ti amo cazzo, ti amo sul serio! Questo è il compleanno più bello della mia vita”
Michele, ancora frastornato, rispose accarezzandogli la schiena. “Lasciami riprendere un attimo e poi continuiamo...” tanti anni in quel negozio, quel retrobottega sempre a disposizione, e non ci aveva fatto mai niente. Controllò l’orologio dall’altra parte: erano le tre e mezzo in punto, doveva sbrigarsi se voleva ancora fare un po’ d’amore con Diego. A Diego. Lo tirò da tra le sue gambe per appoggiarlo sulle sue ginocchia. Con le mani grandi gli accarezzò il viso compiendo disegni immaginari sulla pelle ancora accaldata.
“Sei tanto carino Diego, tanto carino... ” gli mormorò e lui sorrise chiudendo gli occhi. Le dita si spostarono lungo il collo, in una carezza lenta e sensuale. Gli tolse la maglietta così da lasciarlo a dorso nudo. Lo ammirò un attimo, continuando a mappare il torace piccolo ma ben fatto, tra i pochi peli chiari del petto. Tastò lo stomaco magro, il ventre appena accennato, massaggiò lungo i fianchi, palpò le natiche morbide e aitanti. Infine tornò davanti, a toccare il pacco, non senza un pizzico d’insicurezza. Diego avrebbe comunque apprezzato qualsiasi cosa Michele avesse fatto lui. E Michele avanzò un po’ di più verso l’omosessualità rispetto alla prima notte insieme a Diego.

L’Havana non riaprì che alle quattro e ventidue. I due amanti non solo si erano trastullati sessualmente, avevano anche perso tempo in coccole e mangiando biscotti, un intero pacco di Grisbì. Con la bocca ancora sporca di cioccolato, Diego rimase a fare compagnia a Michele dietro il bancone fino alle sei passate. Quando però sua madre chiamò per ricordargli se aveva comprato le bibite per il party serale, il festeggiato sbuffò annunciando che doveva tornare a casa.
“Michele, perché deve continuare questa sceneggiata?”. 
L’altro rispose come se fosse una domanda letterale: “Non lo so, dipende da te. Per quanto vuoi che continui?”
“Lo sai che non è Tatiana che amo e non ha colpe lei. Anzi: mi fa una pena infinta. E poi non sono pronto per dire che... capisci?”
“Certo che lo capisco. Non mi sento pronto nemmeno io” ammise Michele. Per lui era tutto nuovo, eppure amare Diego, fare l’amore con Diego, sembrava la cosa più naturale del mondo. Come se fosse venuto al mondo solo per quello; mica per spacciare pornografia.
Prima che il ragazzo uscisse dal suo negozio, alcune cose occorrevano essere dette. E Michele lo prese da parte. “Senti Diego, sono stato bene con te oggi. Sono stato bene anche l’altra notte... benissimo” lo sguardo di Diego scintillò ma non lo interruppe. “Sto cercando di dirti che questa cosa è così bella, anche un bel po’ incasinata, ma bella. Ci sto bene con te. E prenditi il tempo che vorrai per decidere se continuare con la doppia vita o... non so, ma io ci sono per te, ci sono sempre e aspetterò”
Diego avanzò di un passetto per abbracciarlo. “Che amore sei, amore” ripeté sogghignando e baciandogli il collo. “Ma se io lascio Tatiana poi...” lasciò in sospeso. Michele terminò la frase saggiamente: “Non devi lasciarla per me ma per te, Diego. Non devi pensare a me come a un sostituto, roba del genere. Forse io non sono fatto per l’amore sai? Ma magari se tu mi aiuterai, potrebbe cambiare qualcosa. L’unica cosa che so ora è che ci sto dentro e voglio continuare con te. A stare con te, ok?”
“Anch’io amore, anche io” ripeté Diego abbracciandolo stretto. Dopo un ultimissimo bacio, riuscì ad andarsene.
Con il muso un po’ lungo, Diego presiedé alla sua festa del suo ventisettesimo compleanno che consisté più che altro in una cena tra il parentato e qualche amico della coppietta di fidanzatini, seguito da un dopo cena con tanti ammazzacaffè, dolcetti e l’immancabile torta, con la panna e la crema chantilly. Erano stati spostati tavoli dalla cucina alla sala da pranzo e riesumato vecchie sedie buttate in garage in attesa di tornare utili in occasioni come quelle. Sotto lo sguardo attento di Tatiana, che non lo perse d’occhio nemmeno un attimo il suo fidanzato, nemmeno fosse stata un cecchino di guardia, Diego si tenne lontano dall’alcol, ma non rinunciò alla birra, limitandosi però a un paio di bicchieri durante la cena. Il regalo di Tatiana non era un segreto, la famosa vacanza a Palma de Maiorca. A tenere banco era appunto quel progetto vacanziero, essendo presenti anche le altre due coppie che sarebbero partite con loro. Diego riuscì a sopportarlo isolandosi con la mente e tornando al pomeriggio focoso con Michele. E anche perché sapeva che non sarebbe mai andato a Palma de Maiorca con loro. Piuttosto avrebbe dato fuoco all’aeroporto.
Finalmente quella tortura finì e Diego si ritrovò sotto casa con Tatiana per i saluti di rito. “Volevo farti un regalino extra, perché sei venuto subito qui?” lei si piegò su di lui come un gatto che fa le fusa. “
Tati è tardissimo”
“Già, è tardi e tu devi lavorare, lo so. E io da domani sono chiusa in casa per l’esame”. Già, l’esame. Diritto processuale penale, quello che la Tati aveva rimandato tante volte, dopo l’insuccesso di qualche mese prima e ora si preparava un tour de force tra i libri. Un mese dove si sarebbero visti a pezzi e bocconi. All’idea Diego si rallegrò, tornando quello di sempre. Poteva ancora sopportare che restasse tutto uguale, almeno fino alla fine di Luglio. Poi, passato l’esame, si sarebbe inventato qualcosa per non partire. E forse sarebbe riuscito a lasciarla.
Ma una volta solo in casa, a Diego crollò tutto il castello. Tatiana era ancora così innamorata, e loro così maledettamente fidanzati a casa. Come poteva lasciarla così, di punto in bianco? Troppe trappole li legavano: amici in comune, i rispettivi genitori che si conoscevano da anni ormai e si rispettavamo meglio di parenti. Doveva proprio dirgli la verità? Dare in pasto a tutti quella verità. Magari compresi i dettagli torbidi, quelli delle dark, degli incontri occasionali? Di Nico, che poi era la parte meno buia del suo passato. Oppure della sua relazione con Michele. Sì, avrebbe dovuto spiegare che era diventato gay e ora si vedeva con un uomo. Uno tra l’altro che fino a trentasei anni era stato etero quanto la sua facciata tarocca. Agitato non riuscì ad addormentarsi quella notte e al mattino si risvegliò sentendosi ancora più solo, più confuso e più spossato che mai.
Ma il pomeriggio seguente, senza colpo ferire e con indosso i bermuda al ginocchio e la maglietta verde militare che gli avevano regalato i suoi colleghi, il profumo che gli aveva regalato sua zia, e sul naso gli occhiali blu rotondi che gli aveva donato Michele, Diego tornò all’Havana. Fecero l’amore quasi subito, nel retrobottega come il giorno prima, scordandosi persino di mettere il cartello ‘torno subito’. Ogni problema, ogni questione, ogni paura, fu anestetizzata, sciolta nel liquido dell’amore come un’aspirina nell’acqua. E tutto passò. Almeno per qualche minuto.
Michele si staccò dall’abbraccio di Diego, ancora abbarbicato a lui tipo koala alla pianta di eucalipto, per piegarlo sulla poltroncina. Storditi e ansimanti, si guardarono e il sorriso reciproco si trasformò in una bella e rumorosa risata.
“A tu pensi di poter venire qui quando ti pare e fare i tuoi porci comodi nel mio retrobottega?” “C’è questa possibilità sì” “Solo perché spaccio pornografia non puoi sfruttarmi sessualmente Diego”
“Ma io pensavo di sì, che potevo” “Sì, sì, cazzo se mi fai quello sguardo là certo che puoi, puoi e puoi e ripuoi” si piegò per baciargli le labbra umide. “Ora smollami che devo andare a chiudere. Che bella figura ci facciamo se entra qualcuno?” “Diremo che stavamo provando una posizione di un film” “O che lo stavamo facendo noi un film, mi sembra più realistico!” Michele si abbottonò i pantaloni tipo cargo* lasciando all’amante il tempo di riprendersi. Qualche minuto dopo, in perfetta armonia con il mondo, fecero merenda con i panini del solito bar vicino alla videoteca e una media ciascuno.
Per il momento Diego aveva di nuovo fatto pace con il mondo, per lo meno il mondo di quando era solo con Michele, che era solo di Michele e per Michele.

                                                                                                                                               *pantaloni da lavoro comodi e pieni di tasche

6 commenti:

  1. Diego si sente libero e sè stesso solo in compagnia di Michele. Quando è con lui tutto diventa più bello e l'amore per lui lo rende anche coraggioso, ma una volta da solo tutto gli sembra troppo difficile. Una scelta dovrà prenderla però. Non può continuare a vivere due vite parallele perchè prima o poi rischierà di scottarsi e che la verità venga a galla.

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    1. ammazza che risposta seriosa. Con un capitolo così mi aspettavo un commento un po' più divertente. Esci dal crepuscolo ogni tanto.... XD

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  2. Hai ragione. Forse è stata la scena nel retrobottega che mi ha tolto tutte le facoltà. Davvero hot. Michele ormai è completamente in balia dei sentimenti che prova quando è con Diego e si lascia anche andare sperimentando cose nuove. Sembra si senta a suo agio in questa nuova fase della sua vita. Ma come non potrebbe con un ragazzo speciale come Diego al suo fianco?

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    1. Basta.. ci rinuncio... ormai sei entrata in modalità robotica!!! Sicura che non sei posseduta da un chip?

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  3. Eppur si muove! Diego e Michele si muovono, girano intorno all'amore, vi passano anche attraverso e non si bruciano.
    Michele può permettersi di fare il saggio, per lui è più facile; Diego ha una situazione più fragile, vive perennemente in bilico. Eppure come la terra pur sospesa nell'universo non cade mai, sono sicura che anche loro due rimarranno ben saldi nell'orbita del loro amore. Galileo mi perdonerà le citazioni... ;)

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    1. Ah Galileo sicuramente ti perdonerà, io no, ne a te ne a quell'altra, ma insomma... mi sa che ho sbagliato foto... ç___ç

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