mercoledì 12 dicembre 2012

2 Pianeti terza parte (3)





Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Una famiglia e un sogno per 2 (3)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,  
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite



Una famiglia e un sogno per 2 (3)




Non c’è che dire, quelle ferie forzate diventano inaspettatamente la più bella vacanza della vita di Michele Salvemini! Non perché facciano niente di speciale. Anzi... gli ultimi tre giorni non si muovo proprio di casa, salendo solo per cenare con mamma Santina, la quale non perde mai occasione per coccolarsi Diego e lui per farsi coccolare.
I primi giorni escono per visitare la città, provare nuovi ristoranti. Diego propone l’etnico, ma Michele rifiuta categoricamente il giapponese come il thailandese, arrendendosi poi al cinese, dove era solito andare con gli amici da adolescente.
Quando sono a casa, oltre ad amarsi, guardano film alla tv, oppure scaricati legalmente. Michele ha una specie di tessera, e l’ultimo pomeriggio, (Diego ha insistito per vedere Happy Feat perché l’ha perso al cinema e non è più riuscito a recuperarlo) lo passano in compagnia del successo di animazione, abbracciati sul divano rosso. Diego è triste a livelli di guardia che preoccupano Michele. Sa che il ragazzo è instabile, esagerato tanto negli eccessi di gioia, quanto in quelli di tristezza. “Non voglio andare via Michele...” fa alla fine del film, la testa piegata sulla spalla, lo sguardo perso nei titoli di coda.
“Va bene resta... ma non tornerò prima di sabato. Per riportarti a Torino mi sono fatto dare la Francia. Anzi diciamo che lo ho quasi costretto a darmelo”
“Stentava a crederti eh? Tu che vuoi fare una tratta così lontana!”
“Infatti non ho mai lottato per andare all’estero”.
Ad un certo punto Diego fa una domanda: “Non te l’ho mai chiesto, ma perché hai deciso di fare proprio l’autotrasportatore? E non mi dire che non avevi scelta, ci sono altri lavori di merda...”
“Certo, ma se non facevo l’autotrasportatore come ti conoscevo poi?” glielo spiattella prendendogli il viso tra le mani. “Ora lo so, è per quello che lo decisi...”
Gli occhi di Diego si velano: “Dunque non odierai più l’Ortica? Gli vorrai un po’ di bene perché ci ha fatto conoscere?”
“Certo” bacio sulle labbra... “... certo che ora sarà tutto diverso! Quando torno da Lione ti passo a trovare. Ci passiamo un pomeriggio insieme, così mi fai vedere casa tua...” altri baci.
“Prima che la venda...” baci, baci, baci.
“Ancora con questa storia?” Michele si stranisce. Forse Diego si è un po’ fissato, deve correre ai ripari ma è troppo testardo e non sa davvero come rimediare. Soprattutto ora che sono così uniti, complici. “Forse dobbiamo andarci a preparare. Stasera papà ci vuole tutti al ristorante. Festeggiamo la tua ultima sera in Puglia”
“Non ci sarebbe niente da festeggiare, ma almeno vedo il nostro futuro Hotel...”
“Ancora?!”
“Lasciami sognare Michele...”
“I sogni muoiono all’alba”
“Non tutti” Diego gli bacia una spalla. “Alcuni durano anche di giorno, a questo proposito...”
“Sì?”
“No, vai, prima andiamoci a preparare. Te lo dico dopo”
“Come siamo misteriosetti” Michele lo aiuta a tirarsi su dal divano, e dopo mezz’ora sono già pronti per la cena.
Il Verde Luna, l’ex Hotel ristorante dei Salvemini, dove attualmente lavora il padre di Michele, si trova in una goletta, incastrato tra una serie intrigata di casette basse, a pochi passi dal mare. Nonostante la brutta stagione, già molte persone occupano la sala quando arrivano all’hotel. E mentre si muovono verso il tavolo occupato da Barbara, suo marito e i suoi genitori, in attesa del figlio e del suo amico, Diego gli spara la bomba. “Senti Michi, la cosa che volevo dirti prima, è che stanotte io voglio fare l’amore... ma sul serio però!”
Sbam! Michele ha uno stordimento. Lo sguardo di suo padre fisso su di lui, il sorriso idiota di suo cognato fisso su di lui!
“Cioè intendi proprio... quello?”
“Certo” Diego avvicina la bocca al suo orecchio, come se temesse che quel discorso sia intercettato dai presenti. “Voglio che me lo metti in culo”
“Ah, ecco... senza giri di parole” Michele si gratta la testa cercando di riprendersi. Intanto ha raddoppiato i battiti e la testa gira vorticosamente. “Mi piace che parli chiaro”
“Perfetto, allora è deciso” e a passo sostenuto, Diego si avvicina alla famiglia del suo amante.

È mezzanotte passata quando le strade di Diego e Michele e quelle dei genitori di quest’ultimo, si dividono. Michele ha sempre quell’affanno che l’ha colto prima di cena. Durante tutto in convivio, non ha fatto altro che pensare alla proposta, anzi alla richiesta di Diego. Non può non ammettere che non ci abbia pensato, e che ci ha pensato pure parecchie volte. Anche perché in quei giorni, il kamasutra delle varie cosette che due uomini possono fare insieme senza arrivare alla penetrazione, lo hanno ampiamente concluso. Esercizi di riparazione compresi. Michele ha pensato che se non ci sono arrivati, è per incompetenza, o forse perché a Diego piace così, per questo l’ha sorpreso sentirselo chiedere dal diretto interessato. E l’ha desiderato, eccome se lo ha desiderato. Ma ora che sta per succedere, un panico pazzesco lo coglie, proprio mentre è seduto sul bordo del letto e Diego, in ginocchio tra le sue gambe, glielo sta succhiando tanto bene, con dedizione e devozione completa. Si guardano negli occhi.
“E se mi fai venire così?” la voce gutturale echeggia nella stanza. Diego se lo lascia scivolare fuori senza preavviso. “No! Facciamo come ho detto io” si alza e sdraia Michele spalle al materasso. “Voglio che sia speciale questa notte Michi”
“Lo so, carissimo. Ma io... io non penso sia una buona idea! Cioè non ho tanta dimestichezza in materia e tu meno di me”
“Di che hai paura?” Diego lo fissa interrogativo.
“Di tutto! Non so... di farti male, di distruggerti anzi. Di non essere capace. Forse ho dimenticato come si scopa!”
“Beh vediamo se lo hai dimenticato” glielo prende in mano ridacchiando. “Senti, mi metto a pancia in sotto o di fianco?”
“Ecco, lo vedi? Nemmeno tu sai da dove iniziare... e poi dovresti, non so... prepararti? Essere eccitato!”
“Lo sono” in realtà un po’ di paura ce l’ha anche lui. Ma per non farglielo capire, si gira di spalle dandogli la schiena. Michele la guarda affascinato ma anche spaventato. È piccola, ma perfetta, i fianchi non proprio stretti come dovrebbero essere quelli di un uomo. Le natiche invece sono alte e sode, anche troppo tornite per com’è magro. Gli bacia una spalla, lo abbraccia: “Dimmi perché Diego, dimmi perché lo vuoi... ” glielo sussurra, la bocca attaccata all’orecchio.
“Perché non voglio che mi dimentichi Michi, perché se siamo uniti stanotte, tu capirai quanto ti amo”
“Ma io l’ho capito... lo so!”
“Non interrompermi, non ho finito! Se siamo uniti stanotte lo saremo per sempre. Se tu sei dentro di me ora, vorrai tornarci ancora. Almeno lo spero...”
“Penso che non ti sbagli!” cerca di ironizzare Michele mentre si sta eccitando, il sesso pulsante è già tra le gambe del giovanotto. “Mi fai cercare una roba in bagno poi proviamo a fare questa... cosa?”
“Che palle!” Diego lo dice ridacchiando.
Michele ora è nudo di fronte al mobiletto del bagno. Cercando di razionalizzare l’irrazionalizzabile, cerca una pomata qualsiasi e, leggendo le etichette sulle confezioni, di trovare quella più adatta alla questione. Opta per una regalatagli da sua madre per le screpolature sulle mani che non ha ancora aperto. Spacca la plastica con i denti, l’annusa, nel giro di pochi secondi è di nuovo sul letto accanto a Diego.
“Sapevo già che tornavi con una cremina”
“Facciamo solo un tentativo ok?” Michele sembra saggio ma Diego è più saggio di lui.
“Tu pensi che ne basti uno soltanto?” afferra le mani che lo stringono. “Mentre lo fai mi accarezzi ok? Sarà bellissimo vedrai”
“Le dovrei dire io queste cose...” Michele si scansa un poco per spargersi l’unguento sul sesso e spargerne un po’ tra le natiche di Diego. Poi lo penetra con un dito, non incontrando alcuna resistenza. Gli sembra rilassato e Michele pensa che forse è merito dello spinello che si è fumato poco prima di andare a cena coi Salvemini. “Se ti faccio male me lo dici, ok? Non fare l’eroe!”
“Sono figlio di milionari! Noi ricchi non conosciamo il dolore, a meno che non ci piaccia...” lo dice con più di una punta di malizia.
“E a te piace?” Michele inizia le prime manovre di carotaggio. 
“Vediamo... dipende... non mi piace soffrire quando vuol dire che qualcuno mi lascia... o mi delude... ”
“Diego, io non voglio farti soffrire in nessun modo, ti amo troppo. Ma davvero, dimmelo se ti faccio male, è la prima volta per te, come per me. Io non so… niente di tutto questo, è tutto nuovo”.
Sbuffando, Diego si volta con la testa: “Michele basta parlare! Io voglio fare l’amore, non preoccuparti, nessuno di noi si farà male”.
Michele tace e finalmente anche gli ultimi scrupoli si fanno da parte; si china a baciare il suo amore alla base della testa, dove i capelli sono rasati, sul collo, sulla schiena, Diego ha un sapore dolce, quasi ingenuo, e Michele se lo gusta, lo accarezza e finalmente penetra delicatamente, senza forzare troppo, timoroso di fargli male, ma ansioso di entrare ora. L’eccitazione alle stelle.
Sente Diego trattenere il respiro, ma spinge ancora e ancora, muovendosi cauto ma senza fermarsi, ondeggiando in lui.
All’improvviso sente che Diego respira strano. Allora si ferma, si accorge che sta soffrendo, che sta davvero facendo appello a tutta la sopportazione umana per non urlargli di smettere, che sta piangendo... E si ritira: “Diego, ti avevo detto di non fare l’eroe” lo gira, atterrito dal volto rigato di lacrime. “Diego, ti prego dimmi qualcosa, sono stato un imbecille, sei così piccolo tu, esile, perdio. Che stronzo sono a non accorgermi che soffrivi così tanto. Diego!”.
“No Michi, no, non dovevi fermarti, passava, stava passando, ti prego riproviamo, ti prego” gli occhi di Diego hanno un’espressione afflitta.
“No, non sono un mostro davvero, non posso…”
Diego lo abbraccia e lo bacia quasi con disperazione: “Questa doveva essere una notte importante, non rovinarla, Michi” glielo dice accarezzandolo, eccitandolo ancora.
“Va bene, ma…”
“Niente ma, Michi, riproviamo adesso”.
Diego si mette nella stessa posizione di prima, Michele è di nuovo dietro di lui e con cautela ricomincia a spingere, adagio, senza scosse. Non arretra più, anche quando sente che è troppo per entrambi. Gli prende il membro e lo accarezza, su e giù: a questo tocco Diego si rianima, dondola, e finalmente sono insieme a muoversi, il dolore che alla fine lascia il posto al piacere.
Quando al culmine Diego grida: “Ti amo Michele, ti amo... ti amo”, si sente rispondere:
“Sei mio Diego, mio!”. Michele si lascia cadere sopra di lui, avvolgendolo tra le braccia, sovrastandolo con il suo corpo. Poi si alza per lasciar respirare Diego, se lo rigira tra le braccia, se lo coccola con cautela, come una cosa preziosa. Come la più preziosa di tutte.
Diego tira su col naso, un’ultima lacrima che scende dagli occhi, un sorriso felice che gli trasfigura il volto: “Visto Michi che non sono proprio così delicato? È stato ancora più bello di quanto potessi immaginare. Adesso non mi dimenticherai, vero?”.
Michele gli prende la testa fra le mani, la stringe, non trova le parole e lo bacia sulle labbra, su quel sorriso che incanta. “Piccolo, non potrei dimenticarti nemmeno se lo volessi. Ti amavo già, ma stasera mi hai fatto veramente un regalo. Quanto ti amo Diego mio, quanto...”.
Si stringono, si baciano, non sanno stare senza toccarsi, accarezzarsi, stupiti dalla grandezza del loro sentimento.
“Un ultimo bacio Diego, poi però ci mettiamo a dormire: domani ci aspetta un viaggio lunghissimo con la nostra ortica”.
“Sì, hai ragione; domani dormiamo in cuccetta?” chiede Diego con aria maliziosa.
Michele ride: “Vedremo come va il viaggio, ma una sosta si deve fare no?” prende il piumino e rimbocca Diego, che nel frattempo ha cominciato a tremare dal freddo. Ci si ficca sotto anche lui e lo prende tra le braccia, ormai non riescono a dormire che così.
“Dormi adesso, tra poche ore si parte” e dopo un ultimo lunghissimo bacio, si mettono a dormire.

4 commenti:

  1. Wow che capitolo bollente. E' un crescendo di sensazioni, di dolcezza ma allo stesso tempo di passione che li consuma. Michele vorrebbe resistere, teme di fargli male, che possa pentirsi di quella decisione, ma allo stesso tempo desidera fare l'amore con lui, che Diego gli appartenga completamente. Diego, invece, abituato a vivere senza amore, ma a contatto con persone che lo volevano solo per i suoi soldi, teme di perdere Michele, che un giorno lui possa stancarsi. Usa quasi il sesso per legarlo ancora di più a sè. Ritengo che non abbia compreso quanto Michele lo ami profondamente e che probabilmente lo stesso Michele non ne sia consapevole. Forse la lontananza una volta che Diego tornerà a Torino giocherà un ruolo essenziale.

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    1. sono dinamiche psicologiche che meriterebbero un approfondimento, ma sono già soddisfatta che non sia stato sottolineata solo la sensualità e l'erotismo. Ci tenevo che non venisse fuori solo la patina superficiale ma anche ciò che va oltre la bellezza dell'atto di x sé.

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  2. E' venuta fuori tutte le ripercussioni psicologiche ed emotive di entrambi. Questa storia mi sta prendendo tantissimo. Non fateci aspettare troppo per il prossimo capitolo.

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  3. Vero, anch'io sono contenta che si capisca che non è solo per sesso fine a sè stesso che Diego prende questa decisione, ma proprio per il bisogno di appartenere a qualcuno, qualcuno che lo ami talmente tanto da volerlo possedere sempre e per sempre, lui che non ha mai avuto nessuno e non è mai stato di nessuno.

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