martedì 20 novembre 2012

Soli nel mezzo del mondo, Capitolo 8





Titolo: Soli nel mezzo del mondo,
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: Storico/Romantico/Introspettivo  
Rating:slash 
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite 



Capitolo 8


Anche Michele fu felice di vedere il ragazzo rimesso. E Diego ce la mise davvero tutta per dimostrare al suo Mister che stava bene, anche se spesso doveva fermarsi perché gli girava la testa. Non aveva dormito e le gambe ogni tanto sembravano cedere. A metà della partitella Michele lo prese da una parte: “Ora vai a casa e dormi, ok?”
“Col cazzo, no, voglio aiutarti col foraggio, come fanno John e Pete”
“Ma tu stai male! Sei stato male e non hai dormito, proprio oggi hai deciso di aiutarmi con le bestie!” Tossicchiò pensando: come è testardo! Capì che non l’avrebbe spuntata e, difatti, terminati gli allenamenti, insieme ai propri figli si portò anche Diego e si occuparono degli animali fino a quando il sole non morì tra le nuvole bianche e gli uccelli della sera.
“Stasera tocca a John cucinare!” gridò Pete saltellando. L’altro disse qualche parolaccia in inglese e si allontanò verso casa. “Vai pure tu Pete, apparecchia, arrivo tra un attimo” voleva rimanere solo con Diego e ci riuscì.
“Ci vediamo dopo?” Diego gli si avvicinò un po’ troppo. Come sottofondo gli struzzi che mangiavano e ogni tanto si scontravano tra loro. “Sei pazzo ragazzo. NO! Ti fai tutta una dormita, otto ore di fila almeno” questa volta Diego capì che non l’avrebbe spuntata ma prima di lasciarlo gli rubò un bacio con la lingua. Unici spettatori gli struzzi.

Diego davvero dormì tutto un tiro quella notte ma la seguente, dopo aver passato il giorno in fibrillazione, alle undici riprese la strada per la laguna. Trovò Michele accampato. Questa volta si era organizzato per bene: oltre la copertina portava il vino, biscotti, l’occorrente per farsi una canna e uno strano e misterioso involucro di alluminio. Non persero tempo in discorsi, presero subito a baciarsi, a spogliarsi, a trovare il posto migliore, questa volta lontani dall’acqua.
Tra un bacio e l’altro, Michele disse: “Sei un ragazzino ma lo capisci che se tua madre o tuo zio lo scoprono...”
“Cazzo, sì, ma non lo scoprirà nessuno” altri baci e le mani dappertutto.
“Scoppierebbe l’inferno. Di guai ne ho passati tanti ma questo... e tu non mi rovinerai la vita, vero piccolo Elvis?” ogni tanto lo chiamava così per via del ciuffo ribelle che gli copriva sempre un occhio. “Non ti rovinerò la vita Michele, voglio solo rovinarti di baci”.
“Ci riesci benissimo!” Michele sorrise e lo trascinò a terra. Restarono ancora un po’ a baciarsi e toccarsi, nudi l’uno sopra l’altro (Diego sopra) quando poi Michele lo fece sdraiare di pancia. “Questa volta starò più attento, vedrai. Poi ho questo” e mostrò l’involucro di alluminio. Diego lo vide spargersi il sesso con una consistenza burrosa, che aveva già visto usare alla madre per i dolci. “Che roba è?” domandò puntellandosi sui gomiti.
“Strutto. Ci sarà meno attrito così” e dopo averne sparso un poco dentro di lui, gli baciò la nuca e lo profanò.
Fu per entrambi bellissimo, di una bellezza straziante. Dopo averlo fatto venire, Michele lo appoggiò su di sé. Gli prese il volto tra le mani: “Sei bellissimo Diego, mi farai perdere la testa!” “Io l’ho persa per te Michele!” leccò e succhiò la barba fino a trovare la bocca già schiusa.
Si amarono tanto quella seconda notte, un po’ grazie allo strutto, un po’ per la situazione incredibilmente erotica. Sulla riva, nell’acqua, in piedi addosso alla roccia, con la cascata che si infrangeva sui capelli, né dolce né violenta. Si piacevano, si erano piaciuti subito, nonostante la diffidenza iniziale e ora poteva consumare quel desiderio che per pochi giorni, ma per entrambi fin troppi, avevano nascosto nell’animo. Si piacevano e ora si amavano. E quella piccola radura lagunosa, arrossì di fronte a quello che vide, per la prima volta profanata dall’amore.
Rimasero a parlare un po’, prima di tornare a casa. Tante domande affollavano la mente del ragazzo, tanta confusione. “Ma Michele è normale che due uomini facciano queste cose? Io sapevo di no...” bisbigliò con la testa appoggiata al suo petto.
“Sono solo i bigotti che lo pensano. I cattolici benpensanti. Che criticano la sodomia e poi di notte, al riparo da occhi indiscreti, fottono le loro mogli santissime. Quello che facciamo noi è bello, normale e naturale. Non c’è davvero niente di sbagliato. Fidati”
“Ma tu come le sai queste cose?”
“Perché sono più grande di te e ho vissuto. L’amore, il piacere, prescindono dal sesso, anche gli animali fanno così. Ho letto che in Africa c’è una specie di scimmiette che vive come in una comunità hippy. In piena condivisione, senza gerarchie tradizionali, in perfetta armonia tra i sessi e uso creativo e spregiudicato della sessualità. E pare che funzioni, dato che a differenza degli altri scimpanzé, o, come noi essere umani, non conoscono la violenza, l’omicidio, la guerra”
“Cosa è una comunità hippy Michele?” Diego si vergognò della sua ignoranza ma si era perso e voleva sapere. “Il mio piccolino non conosce i figli dei fiori?” Ridacchiò accarezzando la prima lanugine del mento: “Sì gli hippy sono una comunità un po’ come la nostra. Solo che loro non si limitano soltanto a condividere le risorse come facciamo noi. Sono liberi, sono felici, per loro non conta il denaro, non contano gli oggetti e l’arricchimento, e non sono repressi sessualmente” dopo essersi acceso la parte restante del cannone fatto poco prima, Michele continuò: “Negli Stati Uniti sono presenti un sacco di comunità hippy, ma per la società sono solo dei depravati che pensano ad iniettarsi droga e fare sesso con qualsiasi cosa respiri. Ne conobbi anche australiane. Due ragazze che viaggiavano per il paese. Sono state da me un po’ di tempo” fece un sorrisetto malizioso. “Loro si amavano, ed erano due donne. Vedi che l’omosessualità è una cosa normale Diego? Però non disdegnavano anche fare sesso con altri”.
“E tu ovviamente lo hai fatto con loro...” Stizzito Diego si rizzò a sedere. Era geloso e infastidito, le pupille strette, due spilli, come quando ci si trova per troppo tempo sotto il fulgido sole. “Certo, perché no! Mi andava da tempo di guardare due donne insieme e di fare sesso con più persone. Come mi andava di farmi un ragazzo. Era da un po’ che ci pensavo” gli baciò la gola ma subito lo sentì rigido. Ora Diego non era solo geloso ma triste. “Dunque lo fai con me solo perché sono un ragazzo? Quando sarò un uomo non ti piacerò più....” gli occhi dell’adolescente erano già pieni di lacrime. Michele rise: “Non dire eresie!” Lo abbracciò rincuorandolo. “No, piccolo mio. Tu resterai sempre un ragazzo. Il mio ragazzo. Anche tra vent’anni. Anche quando le tue basette saranno ingrigite e attorno agli occhi avrai le rughe, sarai sempre bello come ora. Sarai sempre il mio ragazzo...”
“Me lo giuri Michele? Mi giuri che sarà sempre così?”
“Sì, certo che te lo giuro” ma poi si fece serio: “Però dobbiamo stare attenti, ti ripeto. Tu sei minorenne, io sono un adulto, ho due ragazzi di cui occuparmi”
“Lo so Michi, mi sparerei piuttosto di saperti in prigione per colpa mia” a quella Diego ripensò a Tenco, a quanto era stato vicino al proposito di farla finita prima di conoscere lui. “Io volevo uccidermi Michi” disse all’improvviso. L’altro lo guardò serio. “Volevo morire perché non avevo niente per cui valesse la pena chiudere le palpebre la sera e riaprirle la mattina. Volevo togliermi da questa valle di lacrime prima di soffrire come mia madre. Ma ora no, ora tutto ha un senso” Michele si commosse, e abbracciandolo stretto gli sussurrò: “Ti amo Diego. Ti amo piccolo mio! Io vivo per te e tu vivi per me” e l’altro, sorridendo felice, concluse la frase: “Come se fossimo soli nel mezzo del mondo”. “E noi lo siamo, ma tu non farai la fine di Tenco” gli baciò la fronte e Diego masticò gioia pura. Il suo Michele riusciva persino a leggergli nel pensiero.
Erano fatti davvero l’uno per l’altro.

3 commenti:

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  2. Oh, il mio cuore... questi due me lo strappano ad ogni capitolo...
    La parte più bella è senza dubbio il loro dialogo finale. Diego ha finalmente un motivo per sopravvivere e si scambiano la tacita promessa di vivere l'uno per l'altro, “Come se fossimo soli nel mezzo del mondo”... bellissimo.

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    1. <3 grazie cara!! o scusa di averti strappata il cuore ogni capitolo? :)

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