mercoledì 31 ottobre 2012

Un dolce scherzetto



Titolo: Un dolce scherzetto
Parring: Diego/Caparezza
Genere: real person slash
Warning: NC 17
Disclaimer: è tutto frutto di fantasia, come sempre e niente è fatto a scopo di lucro
Questa fiction è ispirata a Dolcetto o scherzetto? Parring Jan/Miguel





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Michele era annoiato da Halloween. In generale da tutte le festività convenzionali e non da meno questa, tipicamente anglosassone ma che nell’ultimo decennio aveva trovato terreno fertile anche in Italia. E si sa, il bel paese è sempre pronto ad accogliere una festa nel sacro nome del consumismo Non aveva niente da fare Caparezza e i suoi amici erano in giro per vari week-end, la sua fidanzata impegnata.
Distrattamente sedé sul divano. Che avrebbero dato quella sera in tv? Horror, nient’altro che Horror! Tanto valeva accontentarsi.
Col telecomando stretto tra le dita fece uno zapping furioso fino a cadere su un vecchio film di Hitchcock. Rischiò di addormentarsi, motivo per cui dopo cinque minuti cambiò canale. A rai movie davano una sorta di antenato di Hostel. Guardò annoiato quello pseudo splatter che, se non altro, lo tenevano sveglio. Il film narrava di una famiglia rapita da un oste pazzoide. Era completamente rilassato quando un crepitio proveniente dalla porta-finestra lo riscosse.
“Che cosa è stato?” biascicò a voce alta. Pensò al suo cane, oppure ai ragazzini per strada che cercavano i dolcetti. Nonostante la razionalità, non poté evitare di impressionarsi. Quatto quatto si alzò per controllare. “Se c’è qualcuno avviso, vi scateno il cane contro!” Urlò contro l’entità che si muoveva dietro la tenda. Oltre la porta a vetri c’era qualcuno, ne fu sicuro. Michele restò senza fiato nel costatare che non si trattava di una persona ma di un grosso uccello, probabilmente gigantesco, che si era appollaiato sul porticato. Ma che razza di volatile era? Un mostro o cosa?
“Se è uno scherzo non fa ridere!” In effetti non c’era proprio un bel niente da ridere. Prese coraggio e spalancò la finestra. Un vento maligno lo colpì facendolo rabbrividire. Non ricordava facesse tanto freddo. La sagoma di quella strana creatura apparve minacciosa.
“Dolcetto o scherzetto?”
“Diego! Ma che cazzo...?!” le domande gli morirono in gola. Diego Perrone era di fronte a lui e indossava un costume da vampiro. Quelle che a Michele erano sembrate ali in realtà erano i cordoli del mantello.
“Ma non dovevi arrivare domani?” Michele era costernato. Non lo attendeva prima dell’uno novembre, inizio delle riprese de La fine di Gaia.
“Sennò che scherzo è?” Diego era piegato in due dal ridere. La faccia di Michele spaventato era troppo buffa.
“Non ci posso credere, a quest’ora di notte! Come sei venuto?”
“In volo!” Mosse le finte ali da vampiro saltellando sul posto. “Ti piace il mio costume da Dracula?”
Michele sorrise finalmente rilassato. Non si sarebbe mai aspettato una sorpresa così.
“Entra, che se stiamo qui ci prende come minimo il raffreddore”
Entrarono in casa. Michele osservò divertito il trucco di Diego. Era davvero prefetto come vampiro: guance bianche, rossetto cremisi, eye-liner nero sotto gli occhi. E il vestito faceva il resto. Sexy, anche meglio del solito, gli si seccò la gola. Succedeva tutte le volte che si eccitava. E quando stava con Diego gli succedeva spesso.
Questi gli si parò di fronte. Un attimo dopo lo abbracciò.
“Insomma non sei contento di vedermi?” sussurrò mentre lo teneva stretto forte a sé abbarbicandosi al fisico, immenso in confronto al suo.
“Non avrei mai pensato arrivassi con un giorno d’anticipo per passare Halloween con me... che poi non gli ho mai dato importanza e anche tu mi sembrava fossi allergico a questo tipo di stronzate, o sbaglio?”
“Non sbagli ma vuoi mettere la tua faccia spaventata? Sono settimane che ci penso...” sorrise con dolcezza.
“Che dispettoso” Michele gli staccò una ciocca di capelli che ricadeva davanti all’occhio per aggiustarla dietro l’orecchio mentre i nasi si accarezzarono. Occhi negli occhi.
“Che bello che ci sei” Michele lo disse fissandolo con quell’intensità che faceva piegare le ginocchia a Diego. “Pensavo che a Torino avessi di meglio da fare”
“Meglio di stare con te?” Diego gli sfiorò l’ammasso di capelli ricci, tirati indietro da una fascetta rossa. Michele si sciolse ulteriormente. Un po’ come il rossetto del finto vampiro che, ben presto, fu trasferito sulle sue labbra e attorno alla bocca. Baciandosi, trotterellarono fino al letto. Una volta riversi Michele studiò Diego.
“Vampiretto, sei complicato da scartare” gli scappò la famosa voce nasale di Caparezza.
“Non so nemmeno io come ho fatto a mettermi ‘sta roba, specie questa specie di mantello o ali da pipistrello!”
“Povero cucciolo. Ti aiuto io a spogliarti”
Diego fece uno sguardo tra il malizioso e l’angelico, poi sussurrò: “Nada, non esiste”
“Perché?” Michele assunse un’aria preoccupata.
“Dopo che sono stato costretto a cambiarmi in aeroporto e a trovare la faccia di girare così e poi trovare un taxi, lasciami almeno sentirmi vampiro mentre faccio l’amore...”
“Uh uh... Diegone è sempre tutto una stupore... oltre che un bollore...”
Diego annuì mentre lo aiutava a liberarsi dei pantaloni.
“Fai piano” si raccomandò il pugliese quando la mano intruppò le sue parti basse.
“Cos’è, Halloween ti rende delicato?”
“Delicato? Sono così eccitato che non so se ce la faccio... passa sempre troppo tempo dall’ultima volta” sospirò. Diego gli rubò un bacio sulla guancia barbuta mentre il desiderio lo travolgeva. E non fece quello che agognava per non affrettare troppo. Ma avevano tutta una notte davanti a loro.
“Togliti almeno i calzoni Dracula!”
“Fammi capire come” gli rispose mentre cincischiava con la strana abbottonatura dei suoi pantaloni.
“Lascia fare a me. Conoscendoti come minimo rompi tutto”
“Dici che sarebbe una cattivissima idea?” Il torinese dilatò le pupille.
Un lampo di lussuria attraversò lo sguardo di Michele che, un attimo più tardi, optò per quella soluzione. La cerniera fuggì per aria e un brandello del pantalone scucito da qualche parte sul pavimento.
“Deciso il ragazzo... !”
“E ora sei tutto mio” Michele affondò la bocca sul collo sdraiandosi su di lui.
I baci si fecero sempre più intensi, mentre i corpi cercavano l’unione in quegli attimi di concitato desiderio di essere una cosa sola.
“A questo punto il vampiro perde la sua supremazia e viene sopraffatto... ”
“Il vampiro non ha nulla in contrario... ”. Si fusero e per una dozzina di minuti si amarono completamente dimentichi del vento fuori, o di qualsiasi mondo oltre quella stanza.


Michele si gettò a peso morto accanto all’amante. Fiato grosso e goccioline imperlavano la sua fronte.
“E secondo te Michele” arrancò Diego sudante e ansimante a sua volta: “È stato più dolcetto o scherzetto?
“Diciamo un dolce scherzetto, degno di te!”
Sogghignando Diego si spostò tra le sue braccia e Michele lo accolse. “Il tuo vestito di scena è ridotto in brandelli...” toccò un lembo di camicia dove si era staccato un bottone, partito durante l’assalto.
“E questo significa che non avrò un cazzo da dare al negozio che me lo ha affittato! E mi toccherà pagare la mora!”
Michele sorrise: “Lo sa che l’amo proprio signor Perrone?”
“Anch’io signor Salvemini” e sempre abbracciati tornarono a sbaciucchiarsi.

5 commenti:

  1. Aw!!! Questa fic è stata decisamente un dolcetto per noi! <3
    Che carino Diegone che si prepara per fare una sorpresa al suo Michele! E Michele che quasi si spaventava davvero! <3
    E poi la dolcezza di tutto il resto ovviamente! Che gioiellino di fic! <3

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  2. Che bella sorpresa!!! Devo dire che la descrizione del sexy vampiretto ha seccato la bocca anche a me, non solo al signor Salvemini!!! <3
    Sono troppo carucci, che si pensano sempre e non possono stare lontani!
    Grazie, proprio un bel dolcetto! :o)

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    1. Grazie Annina, aspetto la tua eh, non è giusto che io elargisco sempre dolcetti qui E LE SIGNORE MAI!!!! xD

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  3. Bellissima. Concordo con Annina, Diego versione vampiro è davvero da far mozzare il fiato. Mi farei volentieri dissanguare da uno così. Confesso che mi è piaciuta quasi di più dell'originale che che era un pò più hard, ma è sbavosa da matti. Diego così incartato è davvero un dolcetto appetitoso ed invitante.

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